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Malta, italiani scappano dal locale senza pagare. Il padre riconosce uno di loro: «Vi mando mio figlio a lavorare gratis»

di Giuseppe Scuotri

L’uomo ha riconosciuto il ragazzo in vacanza a Malta con gli amici, tutti ragusani, grazie alle foto delle telecamere del ristorante pubblicate su alcune testate. Il genitore ha devoluto in beneficenza i 100 euro del conto (a cui ne ha aggiunti altri 150) su proposta dei titolari e offerto di mandare il giovane la prossima estate gratis

Una sigaretta fumata fuori dal locale, poi la fuga alla chetichella. In questi scampoli d’estate, c’è spazio per un altro piccolo «scandalo» sotto il sole. Anche questa volta, come accaduto in Albania solo due settimane fagli elementi principali della storia sono tre: un gruppo di giovani italiani, un conto non pagato e una persona terza che interviene per saldarlo (che questa volta, però, non è la premier Giorgia Meloni). La vicenda è accaduta a Msida, piccola località costiera dell’isola di Malta, lo scorso 25 agosto.

La sigaretta come scusa

I protagonisti, cinque adolescenti siciliani in vacanza, tutti attorno ai 17 anni, si erano fermati a pranzo in un ristorante italiano, «Pasta & Co.», ordinando cibo e bevande per circa 100 euro. Poi, la messa in scena: si erano alzati dal tavolo uno dopo l’altro con la scusa di una pausa sigaretta, dileguandosi nel nulla. I titolari dell’attività, Bertrand e Giacomo (il primo maltese, il secondo siciliano) hanno denunciato l’accaduto alle autorità e contattato i giornali locali, fornendo le immagini registrate dalle loro telecamere a circuito chiuso.

Le immagini ai giornali e il riconoscimento del figlio

«Lavoro nel mondo della ristorazione da sempre, ho scelto di contattare i giornali per mettere in guardia i miei colleghi, temevo potessero fare lo stesso in altri locali — afferma Bertrand al Corriere —. Poi Giacomo mi ha fatto notare che, dall’accento, i ragazzini erano sicuramente originari del Ragusano. Così ho deciso di contattare anche alcuni giornali locali in Sicilia». Una mossa che, in maniera forse inaspettata, ha messo in moto una catena virtuosa: il padre di uno degli adolescenti coinvolti, che si è poi scoperto sono originari di Ragusa, riconoscendo il figlio nelle immagini pubblicate dai giornali (nonostante i volti oscurati), si è messo in contatto con il ristorante, offrendosi di pagare il conto.

Il pentimento e il gesto di beneficenza

«Mi ha telefonato chiedendo i miei dati per saldare il dovuto — racconta Bertrand —. Mi ha raccontato che il figlio si è pentito subitopiangeva a dirotto. Io gli ho detto che ho apprezzato moltissimo il suo gesto, che si vedeva fosse una persona onesta e un padre esemplare, ma che non ci fosse bisogno di saldare un conto da 100 euro. Lui però ha continuato a insistere, così gli ho proposto di devolvere la somma ad Arka un’organizzazione dell’isola di Gozo che si prende cura di persone con disabilità. La mia idea lo ha colpito molto e, alla fine, mi ha richiamato annunciando di aver donato ben 250 euro. Noi, per conto nostro, a quel punto siamo tornati dalla polizia e abbiamo ritirato la denuncia».

La proposta: «Vi mando mio figlio a lavorare gratis»

Il genitore del ragazzo si è spinto anche oltre, offrendo di mandare il figlio a lavorare nel ristorante gratuitamente la prossima estate, proposta che però è stata gentilmente declinata dal titolare: «Ho apprezzato molto il gesto, ma ritengo sarebbe un’umiliazione troppo grande. Sono tutti ragazzini e tutti sbagliamo a quell’età, tutti facciamo degli errori, poi sono sicuro che almeno lui abbia imparato la lezione». Tra chi si è offerto di saldare il conto, c’è stato anche un cavaliere dell’ordine di Malta originario del Ragusano: «Ci ha telefonato e, molto cortesemente, si è offerto di saldare in vece dei suoi conterranei, ma noi abbiamo invitato anche lui a devolvere i soldi all’associazione di beneficenza, cosa che lui ha fatto prontamente».

Corriere della Sera

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