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Non sono numeri, sono storie, sono vite rubate.

di Sebastiano Fezza

Un mondo invisibile di cui raramente si parla, un mondo fatto di sofferenze, di fame, di dolore, di paura, un mondo fatto di esseri umani con sogni e speranze.

Somalia: 2,6 milioni di sfollati interni e 870 mila persone registrate come rifugiati.
Etiopia: 1,4 milioni di persone sono state costrette a lasciare la loro casa a causa dei conflitti interni fra gruppi di potere.
Nigeria: 2 milioni di persone in fuga 230mila nei paesi vicini.
Siria: il conflitto iniziato nel 2011 ha coinvolto 12 milioni di persone, la metà fuggite all’estero, molte delle altre in campi profughi all’interno del paese.

Yemen: è il paese in maggiore difficoltà con la guerra civile iniziata nel 2015. 24 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria, è in corso una grave carestia, nello Yemen c’è il più pericoloso focolaio di colera della storia moderna, con oltre un milione di persone colpite.
Afghanistan: una guerra infinita, dal 2014 è ricominciata l’avanzata dei Talebani.
Sud Sudan: un conflitto che dura dal 2012 h provocato quasi 5 milioni di persone che non hanno più una casa e 6 milioni non in grado di nutrirsi e curarsi.
Congo: una guerra che dura da venti anni ha colpito 13 milioni di persone e anche un’epidemia di ebola.
Venezuela: quasi il 90% dei cittadini vive in povertà a causa dell’inflazione record e delle sanzioni degli Stati Uniti.

Se provassimo a dare a questi numeri un volto, un nome, forse le cose andrebbero meglio.

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