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Quei bambini maltrattati dai genitori: in Italia sono quasi 100mila…

La maggior parte dei maltrattamenti si verifica in famiglia. Il piano per contrastare le violenze sui minori: stanziati 15 milioni dalla Fondazione «Con i bambini»

di Paolo Foschini

Novantunomila. È il numero dei bambini che nel nostro Paese, secondo uno studio realizzato a più mani, tra cui quelle dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, sono a vario titolo «vittime di maltrattamento». La maggior parte di questi casi si verifica in ambito familiare o domestico. E viene comunque portata a termine da persone di cui i bambini «si fidano». O sarebbe meglio dire «si fidavano, prima che…» il sogno di quella fiducia venisse strappato. Per questo è suggestivo che il titolo del progetto dedicato a loro dalla Fondazione Con i bambini – la quale vi ha destinato 15 milioni – sia proprio «Ricucire i sogni»: quinto bando promosso dalla Fondazione nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

L’iniziativa più in generale è rivolta non solo ai bambini ma alla «cura e protezione degli adolescenti vittime di maltrattamenti nonché alla prevenzione e al contrasto di ogni forma di violenza verso i minori di 18 anni». Lo studio cui si è accennato in apertura («Indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia») è stato condotto insieme con l’Authority dal Cismai (Coordinamento italiano servizi maltrattamento all’infanzia) e da Fondazione Terre des Hommes Italia. I dati cui fa riferimento sono del 2015 e sono i più completi se si vuole avere uno spaccato delle cose su tutto il territorio. La fotografia dice che in Italia circa 50 minori ogni mille sono seguiti dai servizi sociali: il che tiene dentro tutti i tipi di situazione, quindi anche quelle legate non per forza a violenze bensì a tutta la galassia delle condizioni familiari difficili. In questo totale però sono compresi i 91mila casi di cui sopra.

E i numeri confermano che la causa principale della gran parte dei reati compiuti sui bambini è connessa alla violenza domestica: in Italia nel 2016 – su questo aspetto i dati sono disponibili anche per l’anno successivo a quello del Rapporto – i reati sui bambini «vittime di maltrattamento in famiglia» sono stati 1.618 (nel 51 per cento dei casi si tratta di bambine), con un incremento del 12 per cento rispetto all’anno precedente. E proprio perché a differenza di altre situazioni qui esiste un contesto preciso su cui lavorare la prevenzione è possibile. Con programmi anche di lungo periodo. Come spiega Carlo Borgomeo, presidente di Con i Bambini, illustrando le premesse del progetto: «I bambini hanno il diritto di sentirsi protetti e al sicuro in tutti gli ambienti in cui crescono, a cominciare dalla casa. Maltrattamenti, abusi e violenze lasciano traumi indelebili nella vita dei ragazzi, impedendo loro uno sviluppo pieno. Per questo, il nuovo bando di Con i Bambini vuole stimolare la prevenzione e il contrasto del maltrattamento dei minori, attraverso interventi che restituiscano a bambini e adolescenti un diritto umano inalienabile: quello alla protezione e alla cura».

Le proposte dovranno essere presentate da un partenariato composto da almeno tre organizzazioni (il soggetto responsabile deve essere un ente del Terzo settore) e dovranno mirare a potenziare i servizi già esistenti di protezione e cura dei minori, o a realizzarne dei nuovi. Inoltre dovranno prevedere attività complementari: supporto alla genitorialità, formazione di professionisti sul tema del maltrattamento (capacity building) e programmi informativi e di sensibilizzazione dell’intera «comunità educante» per riconoscere e affrontare i primi segnali di violenza, e incoraggiare le vittime a denunciare. La novità – non tale in assoluto, ma certamente notevole in una formulazione così esplicita e molto significativa soprattutto alla luce dei fatti di cronaca recenti come quelli di Reggio Emilia – è la raccomandazione di individuare metodi di controllo affinché i bambini siano protetti anche da chi dovrebbe aiutarli e magari non è abbastanza bravo, diciamo così, mentre quest’ultimo sia a sua volta aiutato a restare bravo se già lo è.

Si chiama «Child Safeguarding Policy» e consiste nell’adozione di adeguate procedure per «tutelare i minori dai rischi di abuso, maltrattamento, sfruttamento e condotta inappropriata da parte degli operatori». Ma a queste dovranno aggiungersi ulteriori procedure interne per «prevenire il rischio di stress lavoro-correlato e/o di burn-out degli operatori coinvolti». Oltre a «Ricucire i sogni» la Fondazione ha rinnovato la linea di «cofinanziamento» a enti del Terzo settore e privati per altre iniziative nell’ambito del percorso contro la povertà educativa minorile in tutta Italia. E con un budget complessivo di dieci milioni coprirà il 50 per cento dei costi dei progetti.

www.corriere.it

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