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Siria, la globalizzazione dell’indifferenza.

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400mila-mezzo milione di morti. Virus guerra. Secondo la Bbc si tratta di un vero e proprio mattatoio a cielo aperto che colpisce sempre di meno le coscienze. Il dramma dei profughi scappati da Idlib

di Piero Ortega

Virus guerra

Ogni guerra, anzi, ogni sporca guerra, si caratterizza per la sua contabilità di morte. In questa terrificante espressione viene sintetizzata non solo l’assurdità di ogni conflitto, ma anche la sua devastante influenza sul futuro di un popolo. Così, a chi ancora innalza stolidi peana alle cosiddette “Primavere arabe” , bisognerebbe contrapporre il tributo di sangue che tali controverse rivolte hanno provocato. La Siria ne è l’esempio più probante. Ieri due organizzazioni indipendenti, l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani e il Centro Siriano di Studi Politici , hanno reso pubbliche cifre agghiaccianti. Le vittime causate dalla guerra civile, a partire dal marzo 2011 finora sono state tra 400 mila e mezzo milione. Di cui ben 120 mila solo civili.

Atrocità e spietatezze

Questa contabilità del terrore, naturalmente, non comprende il cumulo di atrocità, spietatezze e terribili crudeltà che hanno accompagnato un’ecatombe che si sarebbe potuta evitare. Purtroppo, ogni guerra non è solo frutto di stupidità, ma anche di calcoli sbagliati . Così, con una sorta di effetto domino, il Medio Oriente ha saldato le sue aree regionali di crisi, diventando in pratica una macro-area di instabilità. I vuoti di potere determinati da un processo di decolonizzazione fatto solo di lapis e squadretta sono stati riempiti disordinatamente. E oggi diversi Paesi, una volta governati autocraticamente come la Libia, la Siria e l’Iraq, sono praticamente allo sbando. Non solo, ma essi sono diventati una specie di campo neutro dove le grandi potenze e quelle regionali giocano una partita fino all’ultimo sangue e senza esclusione di colpi per affermare la loro egemonia.

Relazioni internazionali caos

La confusione diplomatica susseguente e il caos conclamato nelle relazioni internazionali rendono la ricerca di nuovi equilibri di potere particolarmente difficile. La Siria, per certi versi, è diventata una specie di nuovo modello negativo di questo confronto tra le diplomazie. Mai forse , come in questo caso, si è assistito a un continuo rovesciamento di alleanze. Il paese di Assad, una volta prospera (e sfruttata) colonia francese è diventato un melting-pot di fazioni l’un contro l’altra armate. Terra d’elezione dello scontro titanico tra il mondo sunnita e quello sciita, la Siria oggi è un contenitore dove trovano il loro spazio e lottano per il loro “ lebenzraum” etnie e culture diversissime. Però, come avviene spesso con le crisi che cominciano a dare fastidio a tutti, anche la guerra civile siriana sembra entrata in una sorta di limbo.

Contenitore di più conflitti

Gli ultimi clamorosi avvenimenti hanno visto protagonisti la Turchia da un lato, i russi e i governativi siriani dall’altro, con i curdi in mezzo schiacciati come un vaso di coccio tra quelli di ferro. Idlib è stata l’ultima città epicentro di una crisi epocale, l’epilogo di una sporca guerra in cui ognuno ha cercato cinicamente il proprio tornaconto, senza lasciare spazio al benché  minimo segno di umanità. Il turco Erdogan, giocando d’azzardo e cercando di massimizzare l’opportunità offertagli dalla situazione sul campo, è entrato con le sue truppe nel nord della Siria per creare una zona cuscinetto, una fascia di sicurezza che, con un’azione di pulizia etnica lo liberasse una volta per tutte dai Curdi. La reazione di Assad e dei suoi alleati russi non si è fatta attendere, tra l’assordante silenzio offerto dalla diplomazia americana, attenta a restare lontano da ogni possibile incendio con Trump alla ricerca del suo secondo mandato di Presidente.

Idlib ‘carnage’

Così Erdogan e Putin se la sono sbrigata da soli, raggiungendo un accordo che a molti analisti è parso scritto sul ghiaccio. D’altro canto, il Presidente turco ha spavaldamente giocato con due mazzi di carte, ricattando l’Europa e i suoi alleati della Nato con la vecchia storia del corridoio anatolico per i rifugiati. Arma di pressione sfruttata per terrorizzare i burocrati di Bruxelles. Tutto questo tra l’indifferenza generale per le sofferenze dei profughi che, in quasi un milione, hanno dovuto abbandonare le loro case nella regione di Idlib. Sofferenze inenarrabili a cui la britannica Bbc ha voluto dedicare un’inchiesta che dimostrasse quella che potremmo definire “ la globalizzazione dell’indifferenza”. Muffaddal Hamadeh, Presidente dell’American-Sirian Medical Society testimone dei massacri avvenuti a Idlib, definisce ormai la guerra siriana un vero “carnage”, cioè un terribile mattatoio.

www.remocontro.it

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