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Un miliziano dell’Isis uccide una bimba incatenandola al sole per mezza giornata: in Germania inizia il processo alla moglie tedesca…

Per l’omicidio l’uomo è stato esiliato dall’Isis. La mamma della bambina ora vive in Germania e ha denunciato le violenze subite da lei e dalla figlia, che ha visto morire sotto i suoi occhi.

Era troppo persino per l’Isis. È stato condannato ed esiliato: un crimine così efferato non era tollerabile nemmeno dagli efferati miliziani dello Stato islamico. Ha incatenato una bambina di 5 anni alle inferiate di una finestra per 11 ore, sotto il sole a 45 gradi di Falluja, in Iraq. Punita perché si era fatta la pipì addosso. Accanto a lei la madre, Nora B., yazida catturata dai fondamentalisti e schiava dell’uomo che ha ucciso la figlia senza alcuna pietà. Il suo nome è Abu Mahawi ed è stato punito dai combattenti dello Stato islamico per il suo crimine: ora vive in Turchia con la famiglia.

Ora anche la moglie di Mahawi, Jennifer W., è sotto processo in Germania per quell’efferato omicidio. Ventisette anni, nata e cresciuta a Lohne, in Bassa Sassonia, cristiana evangelica, Jennifer si è convertita all’Islam nel 2009. Poco prima aveva abbandonato la scuola, un istituto professionale, senza raggiungere il diploma né cercare un lavoro. Nel 2014 è partita per l’Iraq e lì ha incontrato Abu Mahawi, miliziano dell’Isis, che ha sposato. Ed è sempre in Iraq che Abu e Jennifer conoscono Nora B., la donna yazida, catturata con tutta la famiglia: dopo essere passata di padrone in padrone, era diventata la loro schiava.

Nora, racconta la Süddeutsche Zeitung, oggi è una rifugiata e vive in Germania, proprio come Jennifer. Ha raccontato alle forze dell’ordine la sua storia, fatta di soprusi e di violenze continue. La vittima non era solo lei, ma anche Rania, la figlioletta di cinque anni, l’unica che aveva potuto portare con lei: dei due figli più grandi non sa nulla da molto tempo, li hanno separati e non si sono incontrati più.

Nora e Rania erano punite per qualsiasi cosa venisse considerato uno sgarro da Abu Mahawi, persino se si lavavano con il sapone. Era un continuo di botte, torture, fame. Un giorno Rania si fece la pipì addosso e Mahawi incatenò lei e la madre sotto il sole cocente per mezza giornata. Una volta slegate e riportate in casa semisvenute, Nora ha visto la figlia morire, senza poter fare niente per salvarla.

Anche Jennifer, la tedesca moglie del miliziano, ha visto – secondo l’accusa – la bambina incatenata, ha capito che sarebbe morta di sete e non ha fatto nulla per salvarla. Per quel crimine il marito è stato punito e ora anche lei è a processo in Germania, dove è tornata e ha dato alla luce una bambina, che ora ha tre anni. Bambina che le è stata tolta dopo l’arresto: è stata bloccata dalla polizia mentre tentava di tornare in Siria con lei, decisa a ricongiungersi con l’Isis a cui sente di “appartenere”. E senza nessun pentimento per quell’atroce omicidio.

Ora dovrà difendersi dalle accuse di Nora, assistita da un folto gruppo di avvocati dello studio di Amal Amaluddin, moglie di George Clooney…

www.huffingtonpost.it

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