Browse By

Ungheria-Guantanamo: catene e schiavettoni per la prof anti neonazisti

Immagini che pesano più di un processo all’Aja, se mai fosse come dovrebbe. Una insegnante e una pacifista detenuta da oltre un anno in condizioni disumane da un sistema politico autoritario che impone modelli detentivi e percorsi giudiziari da terzo mondo, e che ancora trova amicizie politiche in Europa.
Ilaria Salis, docente incensurata e pacifista militante trasferita in tribunale a Budapest dopo più di un anno di carcere preventivo (e altri 4 mesi per la prossima udienza), peggio di quanto fu in Italia per Totò Riina.
Bullismo carcerario esibito, e l’enormità di 11 anni di carcere chiesti dall’accusa. Poi la Corte di aggiorna per 4 mesi. Il governo italiano, sino alla viglia assente, di fronte all’indignazione suscitata da quelle immagini, ora chiede all’amico Orban di ‘favorire una soluzione’. Ma con molta, molta cautela.

‘Come animali’
Il racconto degli inviati presenti, i pochi italiani presenti, tutti sotto shock. Prima il rumore di catene che si trascinano per terra. Poi, a seguire gli agenti dei reparti operativi della polizia ungherese in tenuta da prima linea, gli imputati. «Manette ai polsi legate alla cintura reggi guinzaglio, ‘schiavettoni’ e ceppi alle caviglie». Modello Quantanamo, come da titolo.

Pericolosa terrorista alla sbarra?
Ilaria Salis, 39 anni, di professione insegnante, è accusata di aver preso parte all’aggressione di tre neonazisti lo scorso febbraio, nel periodo del ‘Giorno dell’onore, l’appuntamento che, dalla metà degli anni ’90 in poi, richiama nostalgici da tutto il continente per commemorare le gesta delle SS che combattevano contro l’Armata Rossa.

‘Hammerbande’
Non solo, per gli investigatori ungheresi impegnati a difendere il giovani neonazisti aggrediti, Salis farebbe parte di un’organizzazione di Lipsia chiamata Hammerbande, già al centro di svariate indagini in Germania e bollata come estremista. Pericolosamente di sinistra. Forse per questo che il patteggiamento che l’Ungheria la ha proposto, per chiedere il processo, è stato di 11 anni di prigione.

Carcerazione disumana
Le terrificanti condizioni a cui è sottoposta in carcere, emerse dalle due sole visite in un anno concesse ai suoi genitori. Spazi angusti, topi, scarafaggi, cimici, cibo di infima qualità, costrizioni e restrizioni che fanno inorridire mezza Europa ma non abbastanza il governo italiano. Almeno finora.

Orban con destrezza
Partita elettorale per le europee aperta anche nel governo, e il ministro Tajani, grazie al clamore di quelle immagini, scopre la vicenda e senza forzare i toni, «Chiediamo al governo ungherese di vigilare e di intervenire affinché vengano rispettati i diritti, previsti dalle normative comunitarie». Poi, per rimediare al troppo morbido, la convocazione dell’ambasciatore di Ungheria a Roma.

La difesa negata
Ilaria Salis ha contestato l’impossibilità di visionare le immagini delle telecamere di sorveglianza, su cui si basano le accuse, e la mancata traduzione degli atti, in inglese e in italiano, che le hanno impedito di conoscere appieno i reati di cui è chiamata a rispondere. Lesioni con una prognosi di 5 e 8 giorni per le vittime. Senza neppure la possibilità di un giorno di carcere: in Italia e in Europa.

REMOCONTRO

Please follow and like us: