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Addio al piccolo Joussef, a Lampedusa i funerali del bimbo di sei mesi annegato nel Mediterraneo

Il frame del video

Con queste parole, Lampedusa piange il piccolo Youssef, il bimbo di appena sei mesi vittima dell’ennesima tragedia del Mediterraneo.

“Caro Joussef, nei tuoi sei mesi di vita, niente avesti da bambino, né una culla, nè giochi, nè serenità o pace. Ora da bambino non hai nemmeno la bara”.

Con queste parole, Lampedusa piange il piccolo Joussef, il bimbo di appena sei mesi vittima dell’ennesima tragedia del Mediterraneo. Il suo corpo senza vita, trasferito a Lampedusa, è stato accolto da un gruppo di isolani e dal parroco, don Carmelo La Magra.

Caro Joussef – scrive il parroco – nei tuoi sei mesi di vita, niente avesti da bambino, né una culla, nè giochi, nè serenità o pace. Ora da bambino non hai nemmeno la bara. Sei mesi e mai hai potuto essere bambino, come la tua mamma giovanissima e già al colmo del dolore. Noi oggi e sempre, qui, siamo la tua famiglia. Ci vediamo in cielo dove saremo bambini per sempre”.

La morte di uno di noi viene annunciata dal rintocco delle campane della parrocchia – scrive Lampedusa solidale – e diviene immediatamente lutto per l’intero paese. Improvvisamente, si abbassa il volume della voce, tutti sull’isola partecipano al lutto di amici e familiari”. Il corteo funebre per accompagnare Youssef al cimitero ha attraversato una strada solitamente molto trafficata ma nel giorno dell’addio, per circa mezz’ora auto e moto sono sparite. Al suo passaggio chiunque si è fermato, anche solo per un attimo, tolto il cappello, il segno della croce, lacrime. E don Carmelo, rivolgendosi a Joussef: “Siamo la tua famiglia”. Il piccolo viaggiava su un gommone insieme alla madre, caduto in acqua era stato trovato vivo, ma è morto poco dopo, mentre i migranti e l’equipaggio della nave Ong aspettavano gli aiuti. Il video della mamma che urla disperata per il figlio ha fatto il giro del mondo.

Globalist

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