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Afghanistan, il canto della libertà: due sorelle sfidano i talebani, le loro canzoni diventano un movimento

di Caterina Soffici

Nascoste dal burqa e recluse in casa, hanno lanciato sui social una forma di protesta virale

Cantano per la libertà, sfidando i taleban con l’unica cosa che hanno: la forza della loro voce. Recluse in casa sotto il burqa, sotto una gabbia di stoffa soffocante, due sorelle afghane hanno iniziato a cantare in segno di protesta contro tutte le limitazioni imposte alle donne dopo il ritiro delle truppe americane nel 2021. Il loro canto è diventato virale sui social, il mondo come palcoscenico. La Bbc le ha seguite e ha prodotto un breve documentario emozionante.

Con il loro canto per la libertà le due sorelle, che per motivi di sicurezza si celano sotto gli pseudonimi di Shaqayeq e Mashal, dal segreto della loro casa hanno dato vita a un movimento chiamato Ultima Torcia. «Perché vogliamo essere una luce nel buio. E un giorno la luce vincerà sulle tenebre» dicono alla Bbc. Paradossalmente per il regime, il velo totale imposto dalla sharia serve anche a proteggerle, le rende eroine senza volto ma ugualmente percepite come un pericolo.

Sono riuscite a scappare all’estero, ma intanto il regime le bracca. «Sappiamo che con queste canzoni mettiamo in pericolo la nostra vita e la vita dei nostri familiari», dicono. Sono state anche minacciate: «Quando vi prenderemo, vi taglieremo la lingua, non canterete mai più». Un portavoce del governo talebano si è limitato a un laconico commento alla Bbc: «Musica e canzoni sono molto dannose, le abbiamo messe al bando perché sono una distrazione dalla preghiera». Loro replicano con versi che cantano la ribellione e la libertà: «La penna con cui scriviamo è riempita dal sangue dei dimostranti e sarà più forte delle vostre spade, delle vostre frecce». «La vostra lotta è bella, le voci di donna urlano, siete il quadro spezzato alla finestra», «Le onde di voci femminili aprono lucchetti e porte delle prigioni».

«È come cantare da dentro una gabbia mobile», dicono alla Bbc. «È un modo di dimostrare visivamente oltre che con le parole la condizione in cui sono tenute le donne a Kabul». Come le ragazze di Donna Vita Libertà in Iran, le sorelle di “Ultima Torcia” in Afghanistan amplificano la voce delle donne che protestano contro le restrizioni alla libertà e ai diritti imposti dai talebani appena tornati al potere. Non solo la musica è vietata, ma anche lo studio.

Non possono uscire di casa, se non accompagnate da un parente stretto. Non possono fare lavori fuori di casa, neppure i più umili come lavare i panni in luogo pubblico. Neppure affacciarsi alle finestre, che devono essere oscurate. Le donne afghane sono ridotte a corpi senza volto e senza forma, spariscono recluse nelle case. «Dovevamo fare qualcosa contro queste brutali imposizioni», dicono le due sorelle. Il canto stride con la gabbia, e per questo il loro messaggio è così potente.

La Stampa

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