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Arrestato a 13 anni, ora rischia l’esecuzione da maggiorenne in Arabia…

Da ragazzino, per la prima volta, Murtaja Qureiris era sceso in strada insieme ad altri trenta bambini in bici per “chiedere diritti umani”. Poi l’arresto per terrorismo.

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Aveva dieci anni quando la prima volta, Murtaja Qureiris, è sceso in strada insieme ad altri trenta bambini in bici per “chiedere diritti umani“, come urlò lui stesso da un megafono. Ne aveva 13 quando le autorità saudite lo hanno arrestato mentre, insieme alla famiglia, si stava recando in Bahrein, come spiega la Cnn. Considerato allora il più giovane prigioniero politico dell’Arabia Saudita, Qureiris, ora 18enne e in carcere da quattro anni senza processo, rischia la pena di morte.

Almeno uno dei crimini di cui è accusato, Qureiris lo avrebbe commesso quando aveva 10 anni, denuncia la Cnn. Da bambino, aveva accompagnato il fratello attivista, Ali Qureris, a un raduno di motociclette davanti a una stazione di polizia ad Awamiya, nell’Arabia Saudita orientale. Qui Ali avrebbe lanciato bombe Molotov contro la caserma. Non è chiara l’età della responsabilità penale in Arabia Saudita, ma nel 2006 Riad ha riferito al Comitato per i diritti dei bambini di averla alzata a 12 anni, secondo Human Rights Watch. L’Arabia Saudita aveva in precedenza anche detto alle Nazioni Unite di non prevedere la pena capitale per chi ha commesso reati prima di quell’età.

Qureiris è attualmente a processo in un tribunale che si occupa di reati terroristici e che lo accusa di far parte di “un gruppo estremista terrorista”. Tra le altre accuse, quella di aver commesso violenze durante le manifestazioni, aver contribuito alla fabbricazione di Molotov, aver sparato alle forze di sicurezza e aver manifestato contro l’autorità ai funerali del fratello nel 2011. Qureiris ha sempre negato le accuse e denunciato confessioni estorte sotto costrizione, ha appreso la Cnn. Murtaja Qureiris aveva 11 anni quanto il fratello è morto durante una manifestazione di protesta che Riad ha giudicato violenta. Nel video del funerale ottenuto dalla Cnn si vedono i partecipanti intonare slogan contro il governo.

L’accusa non ritiene che Qureiris sia responsabile della perdita di vite umane, ma secondo la Cnn sta cercando di imporre la forma più dura di condanna a morte, che includa la crocifissione o lo smembramento del cadavere dopo l’esecuzione. E questo perché l’accusa di “seminare la sedizione” merita, secondo la Sharia, la peggiore forma di punizione. La pena di morte per Qureiris sarebbe stata chiesta prima del compimento dei 18 anni: il giovane ha trascorso in isolamento un anno e tre mesi di carcere. Dietro le sbarre anche un altro dei suoi fratelli e, dall’anno scorso, anche il padre.

Sono almeno tre i detenuti giustiziati in Arabia Saudita nel 2019 che avevano commesso reati prima di aver compiuto i 18 anni. Lo denuncia la Cnn, citando i casi di Abdulkareemal-Hawaj, Mujtaba al-Sweikat e Salman Qureish. I tre sono stati arrestati con l’accusa di aver commesso atti violenti nel corso di proteste durante la cosiddetta Primavera araba. In tribunale hanno denunciato di essere stati torturati in carcere e che le loro confessioni sono state estorte.

In Arabia Saudita la pena di morte può essere eseguita solo con il via libera di re Salman o di un suo rappresentante autorizzato. Spesso si tratta del principe ereditario Mohammed bin Salman.

www.avvenire.it

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