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Coronavirus, “Una scusa per gli italiani per non fare niente”: il commento infelice di un presentatore britannico.

Lui è Christian Jenssen, medico e presentatore di programmi “spazzatura”. La battuta inopportuna l’ha pronunciata premettendo di “essere un po’ razzista”

di Enrico Franceschini

“Il coronavirus? Una scusa degli italiani per prolungare la loro siesta”. Un commento a dir poco vergognoso, specie davanti a 15mila malati e oltre mille morti nel nostro Paese, quello del dottor Christan Jessen, 43enne medico britannico, scrittore e presentatore televisivo di show stile tabloid, come “Embarassing bodies” (Corpi imbarazzanti) e “Supersize vs Superskinny” (Supergrassi contro supermagri). Ha anche prodotto e narrato un documentario intitolato “Cure me, I am gay” (Curatemi, sono gay), su presunte terapie per “curare l’omosessualità”.

Che le sue parole siano imbarazzanti è lui stesso ad ammetterlo, durante l’intervista radiofonica alla rete Fubar, secondo quanto riporta il quotidiano Independent: “Quello che dico potrebbe essere un po’ razzista, e mi toccherà scusarmi, ma non pensate che il coronavirus sia un po’ una scusa? Gli italiani, sappiamo come sono, per loro ogni scusa è buona per chiudere tutto, interrompere il lavoro e fare una lunga siesta”. Usa proprio il termine spagnolo, “siesta”, diffuso anche in inglese, alludendo a un prolungato riposino pomeridiano, ovvero nelle ore lavorative.

A quel punto il conduttore gli domanda se è d’accordo con la decisione di Boris Johnson di ritardare la chiusura delle scuole. “Concordo in pieno”, risponde il dottor Jessen. “Penso che sia un’epidemia vissuta più sulla stampa che nella realtà. In fondo anche l’influenza uccide migliaia di persone ogni anno”. Il che è vero: le vittime della normale influenza sono circa 8mila l’anno soltanto in Gran Bretagna. Ma a parte che il coronavirus a detta di medici e scienziati non sembra una “normale” influenza, l’intervistatore gli fa notare che comunque già 10 persone sono morte nel Regno Unito per l’infezione arrivata dalla Cina. “Lo so, è tragico per le persone coinvolte, ma non si tratta di grandi numeri. Non colpisce le madri, non riguarda le donne incinte, e nemmeno i bambini per quanto sappiamo, perciò perché questo panico di massa? Diciamo la verità, è solo un brutto raffreddore. Non è una vera epidemia, o meglio, ovviamente lo è, ma ci preoccupiamo troppo. Beh, spero di non dovermi rimangiare queste parole!”

Laureato in medicina al prestigioso University College London, il dottor Jessen ha una specializzazione proprio alla London School of Hygiene & Tropical Medicine, la facoltà che studia i nuovi virus. Esercita tuttora la professione di medico presso una clinica privata di Harley Street a Londra, anche se il suo principale mestiere è diventato fare la star delle tivù sensazionale.

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