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L’erede di Martin Luther King alla vittoria in Georgia. Al Congresso la nomina di Biden. Pence dice no a Trump

Il reverendo Raphael Warnock, il pastore protestante afroamericano che dirige la stessa chiesa Ebenezer di Atlanta che fu di Martin Luther King rivendica la vittoria di un dei due seggi della Georgia al senato federale, mentre col 97 % dei voti scrutinati è testa a testa (50% a 50%) tra il dem Jon Ossoff e il repubblicano David Perdue, scrive l’agenzia Ansa. Riconteggi quasi scontati, ma lo Stato del Sud tradizionalmente conservatore dice di fatto no per la seconda volta, dopo i 12 mila voti in più a Biden, alla aggressività prepotente di Trump.
Mike Pence ha detto a Donald Trump che non crede di avere i poteri per bloccare la certificazione della vittoria di Joe Biden da parte del Congresso.
Tensioni e preoccupazioni a Washington per la manifestazione pro Trump organizzata dai suoi più accesi sostenitori il concomitanza col voto di investitura del nuovo presidente.

La Georgia castiga Donald Trump
Nello Stato del Sud tradizionalmente conservatore dove Biden ha conquistato 12.000 voti in più di Donald Trump e tutti i suoi Grandi elettori, il partito democratico sembra a un passo dal ripetere l’exploit con i due seggi al senato che possono cambiare gli equilibri politici nazionali. Conquistandoli tutti e due i democratici strapperebbero alla destra il controllo del Senato, aiutando in maniera decisiva il nuovo esecutivo.
«Georgia, sono onorato dalla fiducia che mi hai dimostrato, andrò al Senato a lavorare per tutti i georgiani», ha detto il reverendo Raphael Warnock, il pastore protestante afroamericano che dirige la stessa chiesa Ebenezer di Atlanta che fu di Martin Luther King. Se la sua vittoria verà confermata, sarà il primo senatore afroamericano della Georgia.

Troppo Trump fa male all’Old Party
L’attesa del risultato finale, in Georgia e nel Paese, molti già s’interrogano su quale sia stato l’effetto sugli elettori degli interventi a fil di legge e di abuso di potere da parte di Trump per far ‘trovare’ quei 12 mila voti che mancavano a una sua vittoria, seguiti da comizi infuocati carichi di minacce, ed il presidente uscente ormai fuori ogni convenzione di ruolo, che continua a contestare la legittimità dell’elezione di Biden.

Pence no a Trump, ‘applicherò la legge’
Intanto Mike Pence ha detto a Donald Trump che non crede di avere i poteri per bloccare la certificazione della vittoria di Joe Biden da parte del Congresso, che si riunisce oggi in sessione plenaria sotto la sua presidenza. Lo scrive il New York Times citando fonti a conoscenza del colloquio. Il vicepresidente ha lanciato il suo messaggio durante un pranzo col presidente, poche ore dopo che Trump aveva twittato che Pence «ha il potere di respingere gli elettori scelti in modo fraudolento».

Una delle opzioni considerate, secondo la ricostruzione del Nyt ripresa dall’Ansa, è che Pence riconosca in qualche forma le accuse del presidente sulle frodi elettorali durante uno dei dibattiti al Senato sui risultati di alcuni Stati prima della certificazione dei voti del collegio elettorale, ma l’eventuale concessione non cambierebbe l’esito finale. Gli alleati di Pence prevedono che ottempererà ai suoi doveri costituzionali.

Nel nostro pomeriggio ultimo Trump
“La sessione del Congresso si apre alle ore 13 locali, in una capitale federale dove continuano ad affluire manifestanti pro-Trump. Ieri a Washington è stato arrestato un capo dei Proud Boys, gruppo estremista pro-Trump. La sindaca di Washington ha mobilitato la Guardia Nazionale per prevenire disordini”.

REMOCONTRO

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