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Migranti, gommone affonda nel Mediterraneo. Un bimbo di sei mesi muore a bordo di Open Arms in attesa dei soccorsi che non arrivano

Sei le vittime del naufragio. Ai cinque corpi recuperati dalla Ong spagnola si è aggiunto anche il neonato per il quale era stata chiesta una evacuazione medica d’urgenza in ospedale. Ma i soccorsi non sono arrivati in tempo. Sulla nave spagnola ora ci sono 263 persone

di Alessandra Ziniti

Aveva solo sei mesi ed è morto tra le braccia dei medici di Emergency a bordo della Open Arms. Il piccolo, Joseph, figlio di una ragazza della Guinea, era stato salvato nella tarda mattinata nel naufragio del gommone con 120 persone a bordo andato a fondo a 30 miglia dalla costa di Sabratha ma le sue condizioni erano apparse subito disperate tanto che dalla Ong spagnola era stato sollecitata un’evacuazione medica d’urgenza per portare il bimbo in ospedale. Ma i soccorsi non sono arrivati in tempo e il bimbo è morto in serata portando a sei le vittime accertate di questo naufragio annunciato, visto che già martedì sera il centralino Alarm phone aveva rilanciato l’Sos partito dall’imbarcazione che era in mare già da due giorni.

Nonostante gli enormi sforzi dell’equipe medica un bimbo di sei mesi è venuto a mancare a causa del naufragio. Avevamo chiesto per lui e per altri casi gravi un’evacuazione urgente, da effettuare a breve, ma non ce l’ha fatta ad aspettare. Siamo addolorati”, scrive Open Arms.

Un gommone che affonda, un centinaio di migranti che finiscono in acqua. Tra loro anche alcuni bambini . E i volontari della Ong spagnola Open Arms, l’unica ormai non sotto sequestro, che si buttano in mare cercando di salvare quante più vite possibili. È di sei morti il bilancio della tragedia.

Sono foto e immagini drammatiche quelle che arrivano dal Mediterraneo. “Naufragio. I nostri soccorritori sono in acqua tentando di recuperare circa 100 persone tra cui bambini e un neonato. L’imbarcazione ha ceduto, è quello che accade quando si abbandonano per giorni le persone in mare. Continuiamo”, scrive su Twitter Open arms.

Ha ceduto il fondo del gommone su cui tutte queste persone viaggiavano da almeno due giorni – racconta Riccaro Gatti, presidente di Open Arms – noi abbiamo fatto il possibile ma siamo da soli con i nostri mezzi limitati, due lance rapide e sei soccorritori. Ci saranno sicuramente altri morti, quanti non lo sappiamo. Questo dimostra quanto è necessaria un’operazione congiunta a livello europeo di soccorso da parte dei governi e corridoi umanitari per ingressi sicuri”.

“Tutti i superstiti sono a bordo”, fa sapere la Ong, spiegando che sei persone, tra cui un neonato e un ragazzo, hanno bisogno di essere evacuate con urgenza. Una volta concluso il conteggio dei migranti, Open Arms chiederà alle autorità italiane il recupero immediato di queste sei persone e l’autorizzazione allo sbarco. “I migranti salvati sono in condizioni di salute precarie, alcuni critiche e i medici stanno lavorando per assisterli”, dice Veronica Alfonsi, coordinatrice italiana di Open Arms. “Ancora non sappiamo quanti siano i dispersi in mare. Per ora si contano 5 morti, ma è un bilancio provvisorio”, ha aggiunto.

A sera la Ong, aveva 263 persone a bordo dopo un terzo intervento di soccorso per prelevare 64 persone a bordo di un altro gommone che chiedeva aiuto.

Il barcone era alla deriva da ieri ed era stato identificato da un aereo di Frontex, che aveva quindi fornito la posizione alla nave Ong, 31 miglia a nord di Sabratha. Poco dopo la localizzazione, spiega Open Arms, il fondo dello scafo ha ceduto, facendo finire in mare tutti gli occupanti.

Secondo il centralino Alarm Phone, che aveva dato già ieri l’alert, ci sarebbero ancora barche a rischio in mare con a bordo 275 migranti. Venti sono ancora in mare dopo l’allerta lanciata ventiquattro ore fa. “Abbiamo perso contatti. Crediamo siano ancora in mare”, aggiunge l’organizzazione. E per due imbarcazioni con 75 e 100 persone in acque Sar di Malta “nessun soccorso in vista”.

Sempre questa mattina un barchino, con a bordo 16 tunisini, è riuscito ad arrivare direttamente al porto di Lampedusa. Il gruppo, una volta sorpreso dalle forze dell’ordine, è stato condotto all’hotspot di Contrada Imbriacola da dove, in mattinata, sono stati trasferiti 100 ospiti. Il nutrito gruppo è stato imbarcato sul traghetto di linea che giungerà in serata a Porto Empedocle. Nella struttura d’accoglienza, al momento, restano circa 730 persone.

la Repubblica

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