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“Mio figlio era fragile e difficile. Cresciuto senza padre: non giudicatelo per una folle corsa a 220km/h”…

Dopo gli insulti sui social network, i parenti e gli amici chiedono rispetto per la memoria del 36enne morto sull’A1.

La loro storia ha fatto il giro dei social. La loro morte commentata da centinaia e centinaia di utenti. Tanti gli insulti, gli sberleffi, i post ironici. Ma ora la mamma e gli amici di Fausto Dal Moro, 36 anni, morto in un incidente sull’A1 sabato notte insieme all’amico Luigi Visconti, chiedono rispetto.

I due trentenni guidavano a 220 km\h una Bmw, mentre immortalavano tutto in una diretta Facebookhttps://www.huffingtonpost.. “Facciamogli vedere a quanto andiamo… Questa macchina è un mostro”, si sente dire nel video pochi istanti prima che l’auto finisse come un razzo contro il guardrail. Poi la carambola, i due amici sbalzati fuori dalla macchina ma ancora vivi, le altre auto che arrivano, non riescono a evitarli e li falciano, uccidendo entrambi.

Il Corriere del Veneto racconta il dolore della mamma e degli amici di Fausto, per la morte dell’uomo ma anche per il continuo sberleffo sui social:

Mio figlio era un ragazzo fragile, che si lasciava trascinare dagli altri…”. Chiusa nel suo appartamento a Padova, Maria Dal Moro piange un figlio morto. […] “Anche suo padre è morto in un incidente – racconta Maria Dal Moro – quando io ero incinta e quindi non l’ha mai conosciuto”. È stata sua madre a crescerlo, con l’aiuto dei genitori. “Ma quando anche suo nonno è morto, sono iniziati i problemi. Fausto era un ragazzino molto vivace, a volte scappava e bisognava andare a cercarlo. Ho fatto ciò che potevo per prendermi cura di lui, anche con il sostegno di uno psicologo e dei servizi sociali. Ma era difficile…”.

Per aiutare Fausto a superare i suoi problemi, la famiglia lo ha trasferito lontano da Padova, in una comunità di Reggio Emilia: è lì che passa l’adolescenza. Poi, una volta cresciuto, il ritorno in Veneto:

Circa un anno e mezzo fa si era disintossicato e aveva lasciato la nostra comunità” racconta Matteo Iori, l’ex responsabile di un centro di recupero per tossicodipendenti in Emilia Romagna. “Il suo era un percorso altalenante che rispecchiava il suo passato complesso, che gli rendeva difficile trovare l’equilibrio necessario a non fare delle sciocchezze. Ma sia chiaro: era un ragazzo generoso, che sapeva farsi voler bene”.

Sconvolta è anche Samantha, la compagna di Fausto negli ultimi mesi, che racconta la loro storia al Corriere del Veneto:

Per un po’ abbiamo anche convissuto – racconta – ma da circa un mese e mezzo l’avevo lasciato: anch’io sono in comunità e, per portare a termine il mio percorso, dovevo allontanarmi da lui. Così aveva preso in affitto una stanza a Correggio con due stranieri e lavorava come parrucchiere. Queste ultime settimane per lui erano state difficili”. Samantha è tormentata dai sensi di colpa. Due giorni fa ha ricevuto un messaggio: “Mi ha scritto: “Ti amerò per sempre”. Non riesco a non pensare al fatto che, se la nostra storia fosse continuata, l’altra sera lui sarebbe stato con me invece che su quell’auto maledetta”…

www.huffingtonpost.it

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