Browse By

Non solo Ucraina. Sono 59 i conflitti in corso nel mondo

Dalla Palestina all’Afghanistan, sono decine i conflitti ancora aperti di cui nessuno parla. E le vittime sono prima di tutto i bambini, come denuncia Save The Children

di Simona Sirianni

Sono oltre un milione i bambini in fuga dalle bombe russe in Ucraina. Bambini soli, spesso affidati ad amici, parenti ma anche a sconosciuti, come i soldati alla frontiera. Tutto, purché siano messi in salvo. Ma sono 200 milioni quelli che vivono nelle zone dove si svolgono le guerre del mondo, molti dei quali affrontano già livelli di fame senza precedenti. Un numero che è aumentato di quasi il 20 per cento nel 2020.

La guerra uccide i bambini

La guerra in Ucraina è solo l’ultima in ordine di tempo e probabilmente quella che ci tocca di più, perché coinvolge profondamente l’Occidente. Ma il nostro pianeta è ancora “infettato” da decine di conflitti aperti che continuano a uccidere e affamare milioni di persone di cui nessuno parla.

Ma quante sono le guerre in corso nel mondo adesso? Secondo i dati riportati dalla Ong, Armed conflict location & event data project (Acled), specializzata nella raccolta, nell’analisi e nella mappatura dei conflitti, al 21 marzo 2022 se ne possono contare 59.

Le 59 guerre di cui si parla troppo poco

Una delle prime che vengono in mente è la sanguinosa contesa dello stesso pezzo di terra tra Israele e Palestina, che va avanti ormai da decenni con milioni di morti e senza che mai si sia riusciti ad arrivare ad una negoziazione risolutiva. 

Poi c’è sicuramente la guerra in Afghanistan dove i talebani hanno riconquistato il potere quest’estate con il ritiro improvviso degli Stati Uniti dal Paese, scatenando la resistenza del gruppo armato clandestino Panjshi, che continua ad opporsi al nuovo Governo. Si tratta di una guerra civile iniziata nel lontano 1978, con milioni di vittime in questi decenni, a causa  forze politiche e gruppi armati, supportati in passato da influenze straniere – prima russe, poi americane – a contendersi il controllo del Paese.

Le guerre nel mondo: Nigeria e Birmania

In Nigeria, l’insieme di circa 250 gruppi etnici ha dato inizio, nel periodo post-coloniale, a decine di conflitti e guerriglie per il controllo di territori contesi. Ma, sicuramente, il più tragico fronte dell’ultimo decennio è quello che vede in azione i sanguinosi soldati del gruppo terroristico di Boko Haram nel Nord-Est del Paese. Qui ogni anno si consumano feroci attentati per sterminare gli uomini e rapire donne e bambini.

La guerra che coinvolge, invece, il Myanmar, la ex-Birmania, molti la definiscono “la guerra più sconosciuta del mondo”. Questo perché si tratta di un conflitto “a bassa intensità”, ovvero prolungato nel tempo con scontri non continui, ma ciò non significa affatto che sia meno tragico. Anzi, visto che dal 1948, anno in cui lo Stato asiatico ottenne l’indipendenza dall’Impero coloniale inglese, continua a causare morti e feriti ogni anno. Solo nel 2022 sono già più di 4.000 le vittime militari e civili perite negli scontri.LEGGI ANCHE› Emergency con i Documentaristi: «Non spegniamo i riflettori sull’Afghanistan»

Le guerre nel mondo: Siria, Etiopia e Yemen

La tomba di un bambino nel campo di Al-Hawl. ©Chloe-Sharrock_Siria_-Tragedia-dimenticata

Iniziata con la protesta contro il regime del presidente Bashar al-Assad, dal 2011 la Siria convive con una terribile guerra civile di cui non si vede la fine. Gli scontri tra la formazione di milizie ribelli e l’esercito regolare del governo siriano, sono agguerriti. In oltre dieci anni di guerra battaglie e bombardamenti hanno ucciso migliaia di civili causando una crisi umanitaria devastante.

Anche l’Etiopia viene praticamente ignorata, un altro conflitto che dal novembre 2020 sta devastando una parte del Paese, con centinaia di migliaia di sfollati e frequenti massacri nei confronti della popolazione civile. Le due parti in campo sono, da una parte il governo federale etiope, dall’altra i ribelli della regione del Tigray che vogliono più autonomia. Nessuno dei due può dire di non aver commesso atrocità contro i civili.

Le ostilità in Yemen tra sciiti e sunniti, e quindi anche in questo caso per ragioni etniche, iniziate con la transizione politica da Ali Abdullah Saleh a Abdrabbuh Mansour Hadi, secondo l’Onu, hanno causato fino a 400mila morti. I combattimenti sono iniziati nel 2014 per poi intensificarsi nel 2015 e, ancora oggi il conflitto uccide e devasta.LEGGI ANCHE› Yemen, un anno di guerra. E il prezzo più alto lo pagano donne e bambini

I massacri da non dimenticare mai

E poi ci sono i massacri, quelli che non si devono mai dimenticare. Prima fra tutti la strage più grande e grave dell’Europa, dopo la Seconda Guerra Mondiale, compiuta dalle milizie servo-bosniache sotto gli occhi dei soldati dell’ONU: quella avvenuta a Srebrenica a opera di Ratko Mladic, generale serbo ritenuto responsabile di genocidio e crimini contro l’umanità. Uno dei capitoli più neri della storia d’Europa, una strage con oltre ottomila bosniaci musulmani uccisi, secondo un piano ben preciso e organizzato.

Per gli italiani, invece, è la strage delle Foibe che non può essere confinata nel regno dell’oblio. Una tragedia che ha visto quasi ventimila italiani della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia torturati, assassinati e gettati nelle foibe, le fenditure carsiche usate come discariche per mano dei partigiani jugoslavi di Tito tra la fine della Seconda guerra mondiale e l’immediato dopoguerra, precisamente tra il 1943 e il 1947. 

Please follow and like us: