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RD Congo, un paese dimenticato con 7 milioni di sfollati

Djalengo Tcheda Dieudonné

Da tanti anni, la Repubblica Democratica del Congo è martoriata da guerre che si susseguono da tre lustri, da violenze di ogni forma causando danni umani, materiali e tutte le conseguenze che ogni persona ragionevole può immaginare.
Le violenze che continuano nella Provincia dell’Ituri, le guerre che si combattono nella Provincia del Nord-Kivu, costringono ogni giorno migliaia di famiglie alla fuga verso altri luoghi che risultano comunque non sicuri.
i nuovi conflitti che si sono animati nel territorio di Masisi, a Rutchuru e nel territorio di Nyiragongo (dove abito) costringono milioni di persone a vivere nelle condizioni più disumane immaginabili. Sfollati che  hanno bisogno di tutto.
I 128 campi profughi che sono stati allestiti nell’area, sono già pieni e non sono capaci di accogliere altri profughi che stanno arrivando.
Visto che non ci sono altri spazi per i nuovi arrivati, questi ultimi cercano rifugio accanto alle case degli abitanti delle comunità locali dove vivono, anzi sopravvivono senza nessun’assistenza umanitaria.
Ormai si parla di quasi 7 milioni di persone profughe all’interno del paese. Un vero e proprio record mondiale.
“Da quando abbiamo lasciato il nostro villaggio viviamo in condizioni disumane: niente cibo, niente acqua, niente farmaci e un sovraffollamento di persone, soprattutto donne e bambini. Qui si muore a causa della fame e delle malattie non curate” è la testimonianza di una giovane madre costretta a fuggire con i suoi innumerevoli figli.

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