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Siria. È morta Leila Mustafa, prima sindaca di Raqqa dopo il Daesh

Di etnia curda, ha guidato l’ex «capitale» del Califfato dal 2017 al 2022: premiata come miglior sindaco del mondo nel 2021, durante il suo mandato ha favorito la riconciliazione sociale

di Simona Verrazzo

È morta, a soli 35 anni, Leila Mustafa, sindaca di Raqqa, l’ex “capitale” di Daesh in Siria. Ha guidato la città dal 2017 al 2022, subito dopo la sconfitta del regime imposto dai miliziani islamisti nel 2014, contro i quali aveva combattuto tra le file delle formazioni curde, come lo era lei stessa. Ha contribuito alla ricostruzione di Raqqa, sia edilizia sia del tessuto delle relazioni sociali, annientate dopo anni di terrore. Per il suo impegno, nel 2021, era stata insignita nella sezione speciale del premio giura Miglior Sindaco del Mondo, assegnato dal 2004 dalla City Mayors Foundation di Londra.

Ingegnere civile, di impostazione laica, si è spenta a Damasco per le complicanze di un intervento chirurgico. Il suo mandato, condiviso con Mahmoud Al Borsan in rappresentanza della componente araba, è stato caratterizzato dal ripristino delle infrastrutture, distrutte durante il conflitto per cacciare il Daesh dalla città, e dalla riappacificazione tra le diverse etnie e religioni che compongono Raqqa.

Tra le sue iniziative vanno ricordate l’apertura di centri di ascolto per famiglie bisognose e un’accademia per la musica e la danza tradizionali, bandite sotto i miliziani islamisti. City Mayors Foundation aveva deciso di premiarla anche per la sua gestione della pandemia da Covid-19 in un contesto così complesso. Tanti i messaggi di cordoglio sui social network, soprattutto di uomini che ne hanno ricordato la libertà di pensiero, sia in battaglia sia da rappresentante delle istituzioni civili.

Avvenire

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