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Africa: mai così tanti civili uccisi dal terrorismo

Oltre 23mila vittime, l’80% delle quali nel Sahel occidentale e in Somalia

I dati di Africa Center confermano il fallimento della cosiddetta “guerra al terrore” sostenuta a partire dai primi anni 2000 dagli Stati Uniti, in particolare nella regione del Sahel.

Le vittime legate alla violenza terroristica sono aumentate del 20% nell’ultimo anno, toccando il record di oltre 23mila civili uccisi, l’80% di questi nel Sahel occidentale e in Somalia.

Sono i dati che emergono da una recente analisi dell’Africa Center for Strategic Studies che esamina gli impatti delle attività dei gruppi jihadisti – e dei militari che li combattono – sulla popolazione negli ultimi dieci anni.

E anche in questo periodo i grafici evidenziano una crescita quasi costante delle vittime a sud del Sahara con un’impennata a partire dal 2020.

Nel luglio 2022 l’istituto di ricerca del Pentagono segnalava che le morti per terrorismo in Africa erano aumentate di oltre il 101.300% dal 2002-2003, quando iniziò la campagna militare degli Stati Uniti contro il terrorismo.

I dati confermano dunque il sostanziale fallimento della cosiddetta “guerra al terrore”, ormai da tempo peraltro sotto gli occhi di tutti, in particolare nella regione del Sahel, diventata l’epicentro mondiale del terrorismo.

In generale lo scorso anno le vittime della violenza islamista in Africa sono aumentate da 19.412 nel 2022, a 23.322, raggiungendo “un livello record di violenza letale”, secondo l’Africa Center, con un raddoppio dei decessi rispetto al 2021.

Per decenni, gli sforzi antiterrorismo degli Stati Uniti in Africa si sono concentrati su due fronti principali: Somalia e Sahel occidentale.

In questa seconda immensa area, gli stati interessati sono tuttora sotto il tiro di gruppi terroristici – raggruppati nelle due grandi coalizioni Stato islamico nel grande Sahara (ISGS) e Gruppo di sostegno all’islam e ai musulmani (GSIM/JNIM) – che sono cresciuti, si sono evoluti, si sono frammentati e poi ricostituiti. E che oggi controllano ampie porzioni del territorio.

Secondo il rapporto dell’Africa Center: “Le vittime nel Sahel ammontano oggi al 50% di tutte le vittime legate al terrorismo islamista segnalate nel continente nel 2023”.

I gruppi jihadisti hanno inoltre contribuito grandemente ai colpi di stato avvenuti in Mali, Burkina Faso e Niger.

Doppio standard

Ed è interessante notare che almeno 15 ufficiali africani, provenienti da questi tre paesi, oltre che da Ciad, Gambia e Mauritania, sono stati addestrati dagli Stati Uniti e sono al potere oggi in alcune di queste nazioni.

Nonostante i golpe militari abbiano di fatto minato gli obiettivi americani di fornire stabilità e sicurezza alle popolazioni, però, gli USA appaiono riluttanti a tagliare i legami coi nuovi regimi.

La legge statunitense generalmente sospende o limita gli aiuti a governi installatisi in seguito a colpi di stato militari, ma gli Stati Uniti hanno invece continuato a fornire assistenza alle giunte del Sahel.

Emblematico il caso del Mali, dove dopo il doppio golpe di Assimi Goïta del 2020 e del 2021 sono scattati i blocchi di alcune forme di assistenza alla sicurezza da parte di Washington, che ha però continuato a finanziare le forze armate maliane.

Anche dopo che Goita aveva autorizzato il dispiegamento nel paese delle forze del gruppo paramilitare Wagner, legato alla Russia, lamentando proprio i quasi due decenni di fallite campagne antiterroristiche sostenute dall’Occidente.

Secondo il Dipartimento di stato, gli Stati Uniti nel 2020 avevano fornito al Mali 16 milioni di dollari in aiuti per la sicurezza, e quasi 5 milioni nel 2021.

Similmente, secondo un recente rapporto pubblicato da Human Rights Watch, per oltre un decennio gli Stati Uniti hanno versato decine di milioni di dollari in aiuti per la sicurezza al Burkina Faso.

Finanziando lo stesso esercito che lo scorso anno ha ucciso decine di civili con attacchi di droni che dovevano invece prendere di mira militanti islamisti.

Secondo l’Africa Center, nel 2023, oltre 7mila civili, il 67% di tutte le vittime dei gruppi jihadisti nel Sahel, erano abitanti del Burkina Faso.

NIGRIZIA

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