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Guerra turca di Siria e 130 mila profughi come arma…

Ankara: 130mila rifugiati in Grecia. Vertici Ue: pronto piano di aiuti ad Atene. La Russia mediatrice con la Turchia. Commissione d’inchiesta Onu: si moltiplicano abusi e crimini di guerra, la popolazione vive nella sofferenza. Missile su Idlib uccide 5 bambini.

Impietosità mortale
«Si aggrava la situazione dei migranti che la Turchia sta spingendo verso l’Europa», denuncia Avvenire. La disperazione dei profughi in fuga dalle guerre siriane, ora da Idlib, ultimo rifugio jadista dove altre centinaia di migliaia di civili sono da ostaggi e bersaglio. Secondo il governo turco si tratta di oltre 130mila persone che stanno lasciano in queste ore il Paese verso la Grecia. Ankara probabilmente esagera, visto che Atene parla di 24 mila tentativi di ingresso illegale bloccati e 183 arresti finora. «Due i fronti di pressione sulla Grecia: sul mare Egeo, dove ieri è morto annegato un bambino siriano, e sul confine tra Turchia e Grecia, dove la polizia ellenica reagisce con durezza al passaggio dei migranti».

Soldi Ue alla Grecia
La situazione sul confine è stata definita ‘molto tesa’ dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che è andata in Grecia con il presidente del Consiglio d’Europa Charles Michel e il presidente dell’Europarlamento David Sassoli. Il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, ha detto di attendersi “solidarietà tangibile dall’Unione Europea”. Von der Leyen “pronta a mobilitare le risorse” per sostenere Atene, annunciando un’assistenza finanziaria da 700 milioni di euro, l’attivazione del meccanismo di protezione civile e il rinforzo di Frontex. Tutto, «ma i profughi, chi li ha se li tiene», sempre essere ancora una volta la strategia costretta dal prevalere degli egoismi e/o paure nazionali.

200mila in fuga da Idlib
Guerra della disperazione in Grecia, guerra del massacro a Idlib. Secondo l’esercito russo circa 200.000 rifugiati si sono ammassati sul confine turco-siriano per combattimenti nella zona cuscinetto di Idlib. Non è la sospettabile minaccia turca a cercare di fermare la riconquista di Damasco del proprio territorio. «Circa 200.000 sfollati temporanei si trovano nelle vicinanze del confine turco-siriano”, ha detto il capo del Centro russo per la riconciliazione, l’ammiraglio Oleg Zhuravlyov. Circa 85.000 di loro si trovano nei campi profughi».

Idlib raccontata in russo
«L’area di Idlib aveva 2,6 milioni di residenti nel 2011», sempre l’ammiraglio e sempre su Avvenire. «Circa 800.000 persone hanno lasciato l’area per raggiungere le zone centrali della Siria, della Turchia e di alcuni Paesi europei prima dell’inizio delle ostilità». Inizio dell’azione militare di riconquista: «Non più di 1,8 milioni di persone risiedevano nei territori in mano ai terroristi a Idlib al 1° gennaio 2020», ha precisato Zhuravlyov.

Russia blocca l’offensiva turca
La Russia entra in campo per bloccare l‘offensiva della Turchia. «Unità della polizia militare sono state schierate a a Saraqeb, mentre i caccia bombardano unità di Spring Shield (l’operazione di attacco turca)», scrive Difesa & Sicurezza. Accade a un giorno dal tanto atteso incontro tra i presidenti Putin e Erdogan a Mosca. Segnale molto chiaro per la Turchia. Si deve fermare, salvo poi discutere domani le condizioni per la tregua. Russia mediatrice in un contrasto che appare inconciliabile. La Turchia che vuole allargare la sua ‘fascia di sicurezza’ anti curda in casa altrui, e Damasco che vuole reimpossessarsi dei suoi territori ancora nelle mani degli ultimi ribelli e ijhadisti.

Ricatto rifugiati e quello jihadisti
Probabile soluzione di mezzo -lo sapremo forse domani da Mosca- cuscinetto turco lungo i suoi confini con la Siria, ma il territorio siriano interno che torna sotto il controllo del governo di Damasco. Ricatto bis, già annunciato da Erdogan dopo quello dei profughi di cui stiamo vivendo il dramma provocato in Grecia, quello dei numerosi jihadisti orfani del califfato che ancora resistono a Idlib. Chi li prende e per farne cosa? La Turchia che le sua galere le riempie degli oppositori a Erdogan, i suoi pericolosi alleati non li viole in casa, e per i foreign fighters, è aperta da tempo la partita con i Paesi di origine degli ex Isis (qualche italiano compreso).

Siria massacro continua
«Abusi e i crimini di guerra nei confronti della popolazione», denuncia la Commissione d’inchiesta Onu sulla Siria, che arriva a poche ore dall’ultima strage di civili, con nove morti di cui 5 bambini, avvenuta a Idlib. I civili sarebbero rimasti uccisi da un missile terra-terra sparato dall’aviazione di Damasco su una via del centro cittadino, che ha aperto un cratere sull’asfalto e colpito con schegge e detriti i palazzi che si affacciano sulla strada.

Grecia, non solo Lesbo

L’estrema destra sbarca a Chios e brucia le scorte per i rifugiati. «A fronte di una capienza di 1.500 persone, il campo ne ospita oltre 6mila. Qui non ci sono grandi Ong. Non c’è Msf, l’Unhcr non opera direttamente, tutto è amministrato dai militari». Stela Xhunga sul Manifesto, «Doveva essere pirotecnico lo sbarco dei neonazisti sull’isola di Chios e così è stato, la notte del 3 marzo, intorno alle due, qualcuno ha appiccato il fuoco al deposito di Stay Human Odv».

www.remocontro.it

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