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La tragedia del potere assoluto

di Francesco Rutelli

Gli sviluppi tragici del ritorno della guerra in Europa – con migliaia di vittime innocenti e prospettive critiche per l’avvenire del mondo – ci obbligano a riflettere sul Potere Assoluto come Male assoluto.
Putin è al potere da 22 anni, e si è dotato degli strumenti per essere indiscutibile. Ovvero: o decide lui di andarsene oppure, per sostituirlo, i suoi nemici dovrebbero adottare gli stessi mezzi che i congiurati o i rivoluzionari hanno adottato verso i dittatori del passato. Mi colpisce che esponenti democratici – indipendentemente dai giudizi dati su Putin come “grande leader”, eccetera – tuttora non stigmatizzino questa tremenda distorsione.


E’ qui, in fondo, che risiedono sia la forza che la debolezza delle democrazie: chi siede al potere può non essere un “uomo forte” (come spesso si reclama, rispetto alle scelte sempre più complesse nel mondo globale) ed essere troppo condizionato da fazioni e interessi specifici. Ma la certezza del ricambio può consentire l’espressione di idee diverse, scongiurare la perdita di libertà, evitare lo sconfinamento irreparabile dei detentori del potere. Il detentore del Potere Assoluto è non di rado accompagnato dal consenso – in Italia, lo abbiamo visto con Mussolini; la Costituzione di cui molti si riempiono la bocca è nata esattamente per scongiurare che tornassimo lì.


Un consenso costruito attraverso l’esercizio spregiudicato del potere (uso sistematico di informazione compiacente e disinformazione; intimidazione; soppressione delle opposizioni; spionaggio; blandizie e integrazione nella macchina di governo reale rispetto ai potentati economici e finanziari, eccetera) che diviene carburante per un veicolo non dotato di marcia indietro. Da oggi, in Russia, chi definisce “Guerra” o “invasione” ciò che sta accadendo in Ucraina può essere condannato a 15 anni di carcere.


Non c’è solo Putin, al mondo, ad avere scalato il Potere fino a renderlo assoluto. Certo, le grandi ricchezze della Cultura e dell’intelligenza di generazioni della Russia dovrebbero conciliarsi con le sterminate ricchezze che questo Paese (il più vasto del mondo) non riesce a trasformare in una crescita economica robusta: nonostante le enormi risorse energetiche ed agricole (e delle terre rare), il Pil della Russia è inferiore a quello italiano. Certamente, la successione di Poteri Assoluti, dagli Zar, all’Impero sovietico, ad oggi, non ha aiutato.


Per questo, mi auguro che noi possiamo riflettere ed agire meglio a proposito dei difetti e dei pregi delle nostre democrazie: strumenti insoddisfacenti, certamente. Ma, come si è detto, i migliori che finora l’umanità abbia saputo inventare.

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